PRESENTI IN PIEMONTE PER VERA SOLIDARIETA’

ASTI 1994

Il 5 novembre, una violenta ed improvvisa alluvione colpiva le province di Alessandria, Asti e Cuneo. La televisione informava che i fiumi e i torrenti erano straripati ed avevano sommerso vaste zone spazzando via ponti e strutture vitali per i centri della zona. Fiumi di troppe parole ed immagini hanno accompagnato questo tragico evento, parole ed immagini che hanno portato nelle case di tutti gli italiani le disperazione di quelle persone che avevano visto sparire in poche ore anni di sacrifici. 
 In mezzo a tutto questo, migliaia di alpini hanno lavorato per più di due mesi a liberare case, strade, fabbriche dal fango, portando conforto e speranza. Anche la Protezione Civile Sezionale ha dato il suo contributo partecipando con 18 volontari divisi in tre turni di lavoro di una settimana ciascuno e operando nelle zone di Asti e Canelli.

Immediatamente centinaia di Volontari tra cui 250 Alpini in congedo si sono riversati ad Asti, Alessandria ed in altre zone alluvionate per dare aiuto alle popolazioni colpite.
Dopo dieci giorni una squadra della Protezione Civile della nostra sezione partiva per Asti armata di pale per pulire le case e gli scantinati rimasti prigionieri del fango.
Altri volontari nelle settimane seguenti hanno dato il loro contributo per portare un po’ di speranza a uomini e donne che avevano perso gran parte dei loro beni.
Se quantifichiamo il contributo in Volontari e in ore di lavoro ci rendiamo conto di quello che è stato lo sforzo profuso dalla nostra Associazione per contribuire a ripristinare le zone colpite.

Eravamo in tanti ad Asti, Alessandria, Canelli, Ceva ecc. ma non c’eravamo solo noi altri volontari hanno operato per far tornare alla normalità le città alluvionate.
Una parte dell’Italia, quella dei VALORI, ha potuto, non con le parole ma con i fatti, mettere in pratica uno degli aspetti migliori della società civile, la solidarietà. Ma a distanza di alcuni mesi, dopo questo bel esempio di altruismo, la situazione sembra non essersi normalizzata. Molte attività commerciali non sono ancora ripartite e il pericolo di alluvioni, a causa delle montagne di detriti che si trovano negli alvei dei fiumi, è ancora incombente. Qualcuno si chiederà come mai questo? La risposta è semplice, non è stato dato ancora nessun aiuto finanziario. Promesse ne sono state fatte tante, ma i contributi stentano ad arrivare. Ma se ricordando i terremoti del Friuli e dell’Irpinia dove i fiumi di denaro sono stati spesi per la ricostruzione un quesito viene alla mente; come mai nell’Astigiano e nell’Alessandrino non è arrivato niente? Non voglio far polemiche ma per chi ha lavorato in mezzo al fango a contatto con la gente che non sapeva se poteva riaprire il negozio o poteva rientrare nelle proprie case pericolanti per il nostro lavoro e per quella gente, soprattutto per quella gente, a noi “ci viene un po’ di rabbia!”. Speriamo, anche dopo le polemiche sollevate recentemente dall’opinione pubblica, che la situazione migliori.