TERREMOTO EMILIA

L’Unità di Conegliano in Emilia è stata presente in aiuto alle popolazioni colpite dal terremoto con 53 volontari, coprendo 5 turni settimanali pari a 366 giornate e oltre le 3.666 ore di lavoro.
Nella nostra sezione i volontari di protezione civile partecipano attivamente alle attività, basti pensare alla partecipazione a L’Aquila nel 2009, in quella occasione con un organico di una novantina di volontari, ben 86 volontari dell’Unità, pari al 95% dei suoi componenti ha fatto servizio in Abruzzo coprendo 11 turni.

Non era trascorso nemmeno un mese dall’esercitazione di Sernaglia della Battaglia, dove era stata simulata un’ipotetica scossa di terremoto che prevedeva l’evacuazione di una scuola, che alle ore 4 del mattino di domenica 20 maggio, la terra scuote l’Emilia. Dai primi telegiornali del mattino si capiva che qualcosa di grave era accaduto.

Verso le ore 9 del mattino invio un sms al coordinatore triveneto ANA Orazio D’Incà nel quale gli scrivevo: “devo fare qualcosa?”. Mi risponde che anche lui era in attesa di informazioni più dettagliate, di mettere in preallarme i volontari e, di tenermi disponibile qualora arrivasse il “pronti a muovere”. Subito avviso Giuliano Zanin di prendere contatto con i capi squadra per preparare una squadra di volontari, qualora arrivasse la richiesta di partire.

Lunedì ricevo le disposizioni per la partenza prevista martedì 22 con una prima squadra di volontari con il compito di allestire il campo della Regione del Veneto nel Comune di San Felice sul Panaro nel Modenese e, di inviare una seconda squadra con partenza il giorno successivo.

Giuliano una volta reperiti i volontari per la prima squadra, organizza la seconda con partenza mercoledì 23, sempre con la stessa destinazione, la quale doveva essere operativa già dalle prime ore del mattino.

Martedì 22 partiamo in cinque; Italo Santin, Bruno Danieli, Giovanni Carobolante, Graziano Bortolotto e il sottoscritto.
Tappa a Bonisiolo, presso il deposito della protezione civile della Regione, dove era in corso l’operazione di carico dei materiali che sarebbero stati utilizzati per l’allestimento del campo.

Per strada ricevo telefonicamente dalla sala operativa della Regione del Veneto, le disposizioni e i nomi dei funzionari del Comune e della Regione Emilia Romagna cui fare riferimento.
Mi informano che il mio incarico sarebbe stato quello di Capo Campo e che dovevo coordinare anche le altre associazioni di volontariato presenti sul posto per l’allestimento e la conduzione di un campo che doveva ospitare 250 persone.
Più ci avviciniamo a San Felice e più erano evidenti i segni che il terremoto a 

lasciato: capannoni squarciati, vecchie case coloniche seriamente danneggiate.
Il Comune aveva individuato per l’allestimento del campo in un’area residenziale con giardino pubblico al centro un laghetto, dove montare le tende per gli ospiti, adiacente al giardino, il parcheggio delle piscine comunali e di un ristorante e pizzeria.
Sul posto erano già arrivati la cucina mobile su container di proprietà di una associazione di Santa Maria di Sala, quattro container della Regione Emilia Romagna con i letti, i container della Regione Veneto con le tende pneumatiche e un box di servizi.
Le altre associazioni di volontariato presenti, erano i volontari dell’Agesci con l’incarico di gestire la segreteria, i carabinieri in congedo per la vigilanza, gli psicologi per i popoli, i volontari disinfestatori del Comune di Venezia e una quindicina di instancabili volontari di un’associazione di Padova che assieme gli Alpini hanno montato le tende e collegato tutti i servizi.
Breve riunione con i capi squadra e con i Funzionari del Comune, ai quali propongo di iniziare le operazioni di montaggio tende il mattino seguente, in modo di permettere l’arrivo dei rinforzi da Conegliano e richiedo al Comune la disponibilità di un locale per far passar la notte ai volontari.
Quello che era possibile fare in quelle poche ore è stato fatto. Nella serata la cucina era già stata allacciata alla rete idrica ed elettrica. Bisognava però risolvere il problema di dove f

ar cenare i volontari, in quanto alla cucina mancavano le derrate alimentari.

Il Comune mi comunica che il campo di Trento è funzionante e si trova a poca distanza e gestito dagli Alpini.
Da sempre con gli Alpini sono sufficienti poche parole per capirsi. Prendo contatto telefonicamente con una mia “vecchia conoscenza” Giuliano Mattei presidente dei Nuvola che era sulla strada di ritorno a Trento e gli chiedo se nel suo campo era possibile “foraggiare” per due giorni i volontari del campo veneto: senza indugi mi risponde di si!
Mercoledì 23 dì primo mattino l’arrivo da Conegliano dei rinforzi, guidati da Oliviero Chiesurin, con lui Damiano Dalto, Ferdinando De Martin, Gianni Fasolo, Flavio Fregolent, Silvano Mazzarini, Antonio Padoin, Marcello Silvestrin, e Antonio Sossai, che subito si sono affiancati al gruppo di volontari di Padova per il montaggio delle tende pneumatiche. Lo stesso giorno è arrivato il dott. Francesco Bianchini, con la funzione di referente regionale da sempre degli molto vicino agli alpini

Mentre i volontari erano impegnati nelle operazioni di montaggio del campo, ci sono stati diversi incontri con i funzionari del Comune, Sindaco e gli Assessori, tra l’altro tutti giovani e molto disponibili.
Consigliai che era opportuno riunire tutti i cinque capi campo, per trovare di concerto con il Comune una linea comune di gestione dei campi e che era necessario stillare una specie di “regolamento condominiale” poiché molte attività di gestione del campo dovevano essere svolte dai residenti stessi. E di tenere in considerazione la presenza di ospiti di diverse nazionalità e religione, proposi per la parte islamica, vista l’imminenza del ramadan, se era opportuno pensare di individuare un’area dove montare una struttura all’esterno dei campi.
Alla fine della giornata, nonostante il caldo opprimente, tutte le tende per i volontari e per gli ospiti erano state montate, tanto che verso l’una di notte è stata completata l’assegnazione a una settantina di ospiti indirizzati al campo dal Comune.
Le tende montate non erano sufficienti per ospitare 250 persone ne era necessaria almeno un’altra decina.
Il campo ha cominciato a funzionare a pieno regime da giovedì 24, dopo che era stato montato il capannone mensa e la tenda da adibire a scuola e per attività ricreative dei bambini, messo e collegato il container segreteria della Provincia di Treviso.
Gestire un campo con residenti provenienti da altre nazioni, con culture diverse non è stata un’impresa facile, con la collaborazione di un mediatore culturale di lingua araba è stato possibile capirci.
Nel corso della settimana c’è stata anche l’ispezione da parte dei tecnici del comparto sanitario per verificare se al campo fossero state rispettate tutte le normative igieniche sanitarie: ispezione superata a pieni voti.
Per completare il campo però qualcosa: il Tricolore.
Per risolvere la questione mi è bastato parlare con Antonio Tocchio, sempre disponibile e bravo capo squadra dei Carabinieri in congedo di Rovigo, il quale si è subito attivato e, al mattino successivo è stato possibile fare il primo alzabandiera.
Con il cambio ricevuto dai volontari Alpini di Feltre, è stato possibile fare rientro a Conegliano nella serata di sabato 26 maggio. Sosta di una settimana e ripartenza con i due mezzi a disposizione per San Felice sul Panaro sempre con lo stesso incarico di capo campo, accompagnato dai volontari Narciso De Rosso che mi faceva da vice, Sergio Antoniazzi, Arturo Breda, Ferruccio Dorigo, Guido Ghirardi e Gioacchino Maccagnan.
Il campo era a regime e ospitava circa più di 250 persone, oltre alla normale gestione quotidiana dovevamo anche preparare uno spazio coperto da adibire a lavanderia, particolare questo che si è occupato Narciso che in un solo giorno ha recuperato il legname per la costruzione e allestito il locale dove sono state allacciate le levatrici.
Sul posto trovo il referente della Regione Veneto Alberto Massaro, dal quale ho ricevuto la massima collaborazione.
Nella mattinata di domenica 3 giugno arriva la richiesta del Dipartimento della Protezione civile per trovare volontari da inviare a Carpi per il montaggio di 80 tende da 12 posti per l’allestimento di un nuovo campo. Tutta l’operazione, tenuto conto del caldo doveva essere fatta di notte.
Lasciando Arturo e Guido al campo alle loro attività di cucina, con Narciso, Sergio, Ferruccio e Gioacchino partiamo per Carpi, nel luogo predisposto per l’allestimento dove arriviamo verso le otto di sera. Sul posto oltre ad altri Alpini, abruzzesi, friulani e lombardi ci sono volontari di altre associazioni.
Non è passata nemmeno un’ora dall’inizio delle operazioni che il terremoto fa vibrare il pavimento con una scossa che supera il quinto grado. Poco dopo la mezzanotte i volontari ancora all’opera erano gli alpini e quelli della croce rossa: gli altri, a causa sicuramente della stanchezza avevano lasciato il campo.
Dovevamo completare l’opera, nonostante le pause forzate causate dal surriscaldamento dei generatori verso le tre e mezzo del mattino, le 80 tende erano gonfiate, mancavano le sole rifiniture e allacciamenti elettrici, lavori che dovevano essere svolti con luce del sole e non con fotoelettriche.
Ricevuto il cambio e passate le consegne al capo campo entrante, un Alpino di Vicenza, nel tardo pomeriggio di venerdì con Narciso rientro a Conegliano per permettere a un’altra nostra squadra di volontari composta con Vittorio Borsoi, Sergio Bison, Roberto De Stefani, Pierluigi Cuzziol e Antonio Sossai, preparata in settimana da Giuliano Zanin di partire sabato mattina all’alba per il turno settimanale in Emilia.
Su richiesta delle Provincie del Veneto, dal 16 giugno per sei settimane il campo è stato gestito a rotazione da sei Province con volontari di altre associazioni. Dal 27 luglio al 4 agosto il turno è stato assegnato all’ANA e la gestione ai volontari di Conegliano.
Con Guido Ghirardi parto il venerdì per andare a prendere le consegne dal capo campo uscente, mentre il sabato mattina arriva a San Felice sul Panaro la squadra con Italo Santin con funzioni di vice, Alessandra Toffoli, Alessandra Tonon, Albino Marsura, Anna Vendrame, e Ivano Marsura.
Al campo sono operativi volontari dell’Agesci, dei carabinieri in congedo della sezione Treviso Nord, Alpini di Belluno, Padova, Verona, Bassano e una psicologa ANA del Piemonte.
Oltre al compito di gestire il campo, il Comune ci chiede di consegnare la comunicazione a 60 residenti che possiedono la casa agibile che deve lasciare il campo prima possibile.
Di fare un nuovo censimento dei residenti, poiché da un controllo fatto tra l’anagrafe e l’elenco degli ospiti del campo ricevuto, sono alloggiate persone non residenti nel comune, chiedendosi come mai ci fosse la presenza di persone sconosciute in un campo ritenuto il “più tranquillo e con la migliore gestione” tra i cinque presenti nel comune. L’occasione inoltre per verificare se qualche nucleo familiare aveva già lasciato il campo senza dare comunicazione in segreteria, poiché erano ancora residenti 231 ospiti. La prima operazione consisteva nel fare la spunta tra quanti fruivano dei pasti al campo, mentre per gli appartenenti ad altre religioni l’operazione del censimento, tenuto conto del periodo del ramadan è stato più difficoltoso farlo.
Grazie alla collaborazione del mediatore culturale è stato possibile portare a termine anche questa operazione.
Nella stessa settimana, coordinati da Stefano Sangion, a turno 12 cuochi professionali di Electrolux Chef Accademy provenienti da diverse Regioni d’Italia, tutti iscritti all’ANA e alla nostra protezione civile, che a tutti i costi hanno voluto esserci nel tentativo di portare un po’ di serenità alle persone costrette a vivere in tenda, hanno operato per una settimana nei campi gestiti dall’ANA.
Affiancando i nostri volontari nella preparazione dei pasti ha operato Alessandro Bresciani, Silvano Costantini, Franco Luise, Paolo Pezzuto, e Andrea Spini a San Felice Sul Panaro; Maurizio Bottega, Lucia Calafiore, Maurizio Marrocco, Luca Moro e Alessandro Polver a Cento, mentre a Finale Emilia hanno operato Stefano Sangion e Raffaele Soldati.
Questa nobile iniziativa dei cuochi Electrolux è stata anche l’opportunità per i nostri cuochi di fare formazione e per apprendere nuove tecniche di cucina.
Questa meritoria iniziativa di Electrolux Professional va ad aggiungersi alla donazione del container cucina, che dopo essere stato utilizzato per 6 mesi in occasione del terremoto de L’Aquila del 2009, adesso fa parte colonna mobile ANA.
Per quanto fatto per la nostra Protezione civile, oltre a ringraziare tutti i cuochi che hanno operato in Emilia, un ringraziamento particolare va al Presidente di Electrolux Professional ing. Alberto Zanata, al direttore del personale dott. Fabio Turra, rispettivamente Sottotenente 7° Alpini e Tenente del 6° da Montagna, iscritti nella nostra sezione e, al dott. Massimo Presot direttore marketing che con molto entusiasmo hanno appoggiato l’iniziativa di inviare i cuochi nei campi gestiti dall’ANA.
Molto gradita dai volontari la visita al campo del presidente nazionale Corrado Perona, accompagnato dal coordinatore della p.c. ana Giuseppe Bonaldi e dal segretario Michele Longo. Con il presidente Perona i volontari si sono intrattenuti amichevolmente e, come sua abitudine, ha ringraziato i volontari per quanto stavano facendo.
Mercoledì 5 settembre sopralluogo a Cento, con Marsilio Rusalen, che avrebbe fatto da capo squadra per il turno di metà settembre proprio a Cento, per verificare il posizionamento di una cella frigo arrivata dal deposito di Motta di Livenza.
Infine l’ultimo turno 8/15 settembre a Cento, dove guidati da Marsilio Rusalen, con i volontari Pietro Cisotto, Daniele Golla nuovo iscritto alla P.c. e, per la seconda volta Alessandra Toffoli e Anna Vendrame.
Come scritto sopra la Sezione di Conegliano ha fatto la sua parte ed è gratificante sapere che, quando la cittadinanza, le autorità, le Istituzioni ringraziano l’Associazione Nazionale Alpini, il grazie arriva anche alla nostra Sezione per l’opera svolta dai nostri volontari. A loro va anche il “grazie” di tutte le penne nere della Sezione ANA di Conegliano.

Andrea Danieliage

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